
È venuto il momento di affrontare una domanda che ci viene spesso posta.
Ma questo libro lo ha autorizzato Battiato, o semplicemente l'autore del libro ritiene che quello che ha scritto sia il vero significato dei testi?Perché c'è una bella differenza tra le due cose...
Scegliete la risposta che preferite.
risposta tecnica
In Franco Battiato. La cura 27 canzoni commentate, ogni canzone viene esaminata con commento e parafrasi, proprio come accade con le opere letterarie. Ogni analisi è necessariamente un’interpretazione, ma basata su strumenti di analisi oggettivi quali:
- la scansione cronologica e in periodi o per generi
- la rigorosa analisi (oltre alla traduzione puntuale) delle fonti e dei passi in lingua originale
- le citazioni ricorrenti dalle principali opere di bibliografia primaria: i testi letterari, religiosi, filosofici di riferimento
- le citazioni ricorrenti dalle principali opere di bibliografia secondaria: i testi critici che hanno affrontato le tematiche dell’opera di Battiato
Il mondo di Battiato è affascinante proprio perché NON ESISTE un’unica interpretazione. Ma gli elementi contenuti nelle sue canzoni sono talmente tanti e tanto complessi che serve un’attenta dedizione e cura per studiarli, approfondirli e penetrare nei vari e variegati significati. Che è esattamente il motivo per il quale abbiamo lavorato a quest’opera: fornire quanti più strumenti di analisi perché ciascuno possa farsi la propria idea. Consideratela un bigino, canzone per canzone, per aiutarvi a trovare più elementi per approfondire la vostra idea di Battiato.
In altre parole, abbiamo scelto Battiato, non perché ci piace e lo conosciamo (almeno non solo per quello), ma perché l’analisi delle sue canzoni ci permette di parlare di: Baudelaire, Joyce, Eliot, Hemingway, Leopardi, Dante, D’Annunzio, Tristan Tzara, Paganini, Schopenhauer, Kant, Guénon, Gurdjieff, Cobden Sanderson, Virginia Woolf, Lama Tibetani, Nietzsche, testi biblici, Veda, Upanishad, Freud, Edith Stein, Gesualdo da Venosa, Charlie ‘bird’ Parker, Seneca, Socrate, Mircea Eliade, Ockham, Lessing, Tommaso D’Aquino, Verlaine, Gibbon, James Hart, Spengler, Bondie Dietaiuti, Catullo, Buzzati, Plotino, Giordano Bruno e altri ancora.
In ultimo, ricordiamo che Paolo Jachia (autore del volume assieme ad Alice Pareyson), è uno dei maggiori critici di canzone d’autore italiana e critico letterario, ha al suo attivo una ventina di volumi per Ancora, Feltrinelli, Einaudi, Laterza, Editori Riuniti, Manni ed altri editori. È al suo secondo volume su Battiato dopo Franco Battiato. E ti vengo a cercare (Ancora, 2005) (volume che trovate alla voce bibliografia sulla pagina ufficiale di Battiato.it).
Qui le prime due critiche dettagliate al volume che abbiamo ricevuto: criticaletteraria.org e rock.it.
risposta disfattista
- Se scrivi un libro sulla Coca Cola devi chiedere il permesso a chi l’ha inventata?
- Ti sei mai chiesto se tutto quanto ci viene insegnato a scuola sulla Divina Commedia è vero?
- Esiste un ufficio critica di Leopardi per farsi autorizzare un nuovo volume su L’infinito?
La critica si chiama così appunto perché non può e non DEVE entrare in scambio diretto con l’autore che si critica. La critica non viene pensata in ossequio o in antagonismo all’autore aprioristicamente. La critica DEVE essere AUTONOMA.
Che poi, soprattutto in Italia, non esista una critica minimamente seria… questo è il vero problema. Infatti non esiste proprio una cultura critica visto che soprattutto l’italiota medio è aggregativo e massificato per definizione, suddito di qualunque forma di potere. La sudditanza si esprime nei confronti di chi è famoso e chi è famoso trova nella propria fama la legittimazione ad esprimersi, il più delle volte, dicendo atroci menzogne. La critica, da che mondo è mondo, serve a fornire strumenti di analisi appunto per criticare in modo autonomo la società nella quale si vive. Il consumatore, che è il suddito per eccellenza, proietta la propria immagine su prodotti, personaggi famosi, marche, finendo con l’esserne perfettamente identificato. Non c’è nulla di male, è il capitalismo. Succede ogni secondo che scegliamo un prodotto al supermercato. E se non lo troviamo ne rimaniamo più o meno svuotati.
Basta però esserne consapevoli. Che questo non è un mondo normale.
La realtà diventa SOLO l’ambito di condivisione con i nostri simili e la condivisione con i nostri simili la troviamo nelle merci che compriamo. Quindi la realtà diviene completamente mercificata. Chi non si adegua, non sa cosa dire il lunedì mattina ai colleghi sulle partite di calcio, per esempio. Cosa che lo rende escluso. E depresso. Chi invece è perfettamente inserito, si identifica in Apple, Battiato, Findus, Volkswagen, Juventus, … vedendo in queste etichette una scelta di libertà e di autonomia personale, come se fosse una vittoria personale, una conquista di cui andare orgogliosi. Come se tot marche rappresentassero il nostro personale, unico, inimitabile DNA.
Chi si identifica in una immagine o in un personaggio, coglie in qualunque critica un attacco alla propria esistenza e alle proprie scelte personali, reagendo più o meno aggressivamente, come faremmo contro qualcuno che ci sta rubando l’identità. (Che poi è il problema che abbiamo quando siamo innamorati e veniamo abbandonati) Quando amiamo tanto un artista e qualcuno ne parla dicendo cose che non sappiamo o che non condividiamo, ne siamo quasi gelosi o in diritto di dire la nostra. Battiato è MIO!
In realtà, è l’idea di appartenenza che sentiamo attaccata ed in pericolo, e il vuoto che ne conseguirebbe, ci spaventa e reagiamo contro chi ci sta rovinando il sogno. Il paradosso che ne consegue è la catastrofe contemporanea: il suddito massacra l’altro suddito a favore di un’idea dominante. La guerra delle formiche, o anche il divide et impera.
L’analisi di una canzone di Battiato richiede un percorso autonomo, come qualsiasi forma d’arte! Il problema è che ce lo siamo dimenticato. Siamo troppo pigri per porci le giuste domande e ci buttiamo subito sulle risposte.
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Se ci si sente smarriti tra le miriadi di significati che possiamo trovare in rete, la cosa peggiore che possiamo fare è pensare di richiedere la legittimazione a Battiato prima di avvicinarci ad un’analisi. Inoltre Battiato sceglie il proprio modo per dire cose. Come ogni artista. Se dovesse lui spiegare il significato delle proprie canzoni, il risultato sarebbe come un cammello in una grondaia.
È un altro linguaggio.
risposta telegrafica
No. È un volume di CRITICA. Non è autorizzato da Battiato.