Battiato e Dark sfida contro il tempo
Sarà forse ardito ma intendiamo proporre un raffronto interdisciplinare dell’opera di Battiato con un prodotto che viene dalla cinematografia, ed è sicuramente di valore anche per le tematiche filosofico-religiose che porta alla luce.
Dark è una serie tedesca di altissimo livello che, come del resto Battiato «contemporaneo della fine del mondo» (cfr. Gesualdo da Venosa, 1995, e nostro commento) fa e ha sempre fatto coerentemente con se stesso e la propria poetica ed estetica, rifiuta ogni tipo di mercimonio e non si è mai fondata sul mero guadagno, ma sulla curiosità e l’interesse per la fenomenologia e ontologia dei viaggi nel tempo e sul superamento della concezione lineare e convenzionale del tempo stesso in quanto limitata e obsoleta.
Notevole la ricerca di vari piani narrativi e nuovi linguaggi caleidoscopici e ben riuscita la loro sovrapposizione e contrapposizione.
I personaggi in un contesto paradossale quale quello dell’incontro con il se stesso del futuro insieme al se stesso del passato insieme al se stesso del presente ma di un universo parallelo, agiscono e si muovono in modo altrettanto paradossale. Continui colpi di scena, rovesciamenti, «Es tut mir leid» (che anche se non si sa il tedesco si finisce per capire che significa «mi dispiace»), inquadrature fosche, giallognole, tenebrose, e una cava che attraverso un fitto intrico di cunicoli conduce alle porte di una centrale atomica, ove troneggia una nera bolla cosmica creatasi per via dell’invenzione della macchina del tempo.
Un personaggio realmente oscuro e di certo importante per la narrazione di Dark si chiama Noah…
Non è tuttavia il suo nome che ci preme approfondire. Si tratta piuttosto del tatuaggio che questo misterioso e sinistro prete reca sulla sua monumentale schiena, vale a dire, un’illustrazione della celebre Tavola Smeraldina, libro che nella serie vediamo in più di un fotogramma, in mano a più di un personaggio.
Ma che cos’è e perché è così importante questo libro?
Cominciamo con l’osservare che la Tavola Smeraldina, tradotta per la prima volta in latino nel XII secolo da Ugo di Santalla, fa parte del cosiddetto Corpus Hermeticum, raccolta di scritti filosofico-religiosi risalenti al II-III secolo d.C. e attribuiti ad Ermete Trismegisto, che costituiscono la principale fonte d’ispirazione del pensiero ermetico e neoplatonico rinascimentale. In Dark i protagonisti hanno accesso alla traduzione latina, probabilmente quella operata da Marsilio Ficino, celebre filosofo e umanista italiano.
Ermete Trismegisto è un dio della religiosità sincretica romana, la quale aveva attuato la fusione di questi con il dio egizio Thot. Entrambi erano divinità della scrittura, della magia, e della parola e Thot anche della letteratura, dei numeri e della geometria; Ermete Trismegisto inoltre era dio del logos e della comunicazione. Entrambi erano soggetti a una divinità superiore: Ermes in quanto messaggero di Zeus, e Thot in quanto scriba di Osiride, ed entrambi erano psicopompi, cioè addetti al traghettamento delle anime.
Il nome Trismegisto ricalca l’usanza tra gli Egizi di rivolgersi alla divinità con l’aggettivo «grande» ripetuto più volte (gr. trís, «tre volte» e mégistos, «grandissimo», superlativo di mégas, «grande»). Tre volte grande per la sua saggezza e il suo potere, cioè il più grande filosofo, il più grande sacerdote e il più grande re.
Questa trinità è fondamentale nella serie e in particolare per i viaggiatori del tempo poiché su di essa si radica l’idea della connessione profonda delle cose, senza inizio né fine, simboleggiata dalla Triquetra o nodo della trinità.
La sospensione tra i piani temporali in Dark è foriera di distruzione ma anche di virtù, del vuoto.
Come afferma Battiato: «È un campo difficilissimo da trasformare in parole. Quando tu non hai più pensieri, creando questo vuoto, trovi il pieno» (in Battiato-Bossari, Io chi sono, Mondadori, Milano, 2009, p. 54).
Ricordiamo necessariamente in questa sede la canzone e l’album omonimo Il vuoto (2007). Il significato ultimo e segreto è coerente con quello più immediato e palese, e «ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso» (cfr. nostro commento a Il vuoto). In Dark, questa frase significa proprio la mancanza totale di una soluzione di continuità tra i mondi…
«Sic mundus creatus est» cioè «Così il mondo fu creato» è la scritta che compare sulla porta tra i piani temporali -e tra i mondi- di Dark.
Dobbiamo sottolineare ancora che Ermete Trismegisto è considerato il padre dell’astrologia e dell’alchimia, e potrebbe dunque essere perciò che in Running against the grain, troviamo, oltre al nome latino del dio, Mercurio, e all’idea di un movimento (i sandali alati), il mercurio, spesso visto come uno degli elementi primordiali che costituiscono la materia; la parola indù per «alchimia» è rasavātam che significa letteralmente «la via del mercurio»; si riteneva che cambiando il tipo e tenore di zolfo, il mercurio potesse essere trasformato in qualsiasi altro metallo, specie in oro…
In coerenza, la Tavola Smeraldina contiene il segreto della prima materia, l’essenza della materia, e del processo di creazione della pietra filosofale, la sostanza catalizzatrice simbolo dell’alchimia, capace di far acquisire immortalità, onniscienza e trasmutazione.
L’ermetismo, nonostante alcune profonde differenze, si accosta al movimento culturale sincretico che includeva anche i neoplatonici dei misteri greco-romani e la letteratura tarda orfica e pitagorica. Le scuole di Orfeo, Zoroastro, Pitagora, e anche quella di Ermete Trismegisto sono concordi nell’attribuire la creazione del mondo a un Demiurgo piuttosto che a un essere supremo e nell’accettare la reincarnazione. In Dark, il personaggio chiamato significativamente Adam nega l’esistenza di Dio e afferma il dominio incondizionato di un tempo onnipotente e crudele.
Anche Battiato in un certo senso si oppone al tempo, oltre al proclamarsi insieme a Sgalambro «teologo irregolare» e affidarsi al giudizio etico soltanto se improntato all’ottica-etica della «fine del mondo» (che in Dark accade, ovviamente, più volte in più mondi!), specie se pensiamo a concetti ricorrenti nella sua opera come quello di «samsara», termine sanscrito che, secondo la tradizione buddhista, indica la ruota della vita e delle rinascite da cui l’essere deve liberarsi per giungere al nirvana, la liberazione.
La profonda consapevolezza di Battiato a proposito del carcere di questa vita si ritrova per esempio nel testo de L’ombra della luce (1991, cfr. nostro commento) nella dichiarazione «è tempo di lasciare questo ciclo di vite». Ci piace pensare che il titolo di questa canzone riprende il contrasto di oscurità e luce, lo stesso che vive anche nel titolo della serie…
Nella canzone Le sacre sinfonie del tempo, anch’essa del 1991, è presente ancora una volta il leitmotiv della Luce e dell’eterno suo contrapporsi alle tenebre e all’errore.
Sapere che «ciò che deve accadere accadrà perché è già accaduto» (da Eri con me, 2012; cfr. nostro commento) è, e non solo per gli instancabili viaggiatori nel tempo della serie spesso disperati del ritorno, il primo passo per cercare di uscire dall’eterna (nietzscheana) condanna a «vagare», termine non nuovo a Battiato e presente nella canzone La cura («Vagavo per i campi del Tennessee», cfr. nostro commento).
Ciò che è certo è che la Tavola Smeraldina rimane un mistero poiché non ha un’interpretazione definitiva né completa né tantomeno univoca.
Il testo latino
«Verum, sine mendacio certum et verissimum, quod est inferius, est sicut quod est superius, et quod est superius, est sicut quod est inferius: ad perpetranda miracula rei unius. Et sicut omnes res fuerunt ab uno, mediatione unius; sic omnes res natae fuerunt ab hac una re, adaptatione. Pater eius est sol, mater eius luna; portavit illud ventus in ventre suo: nutrix eius terra est. Pater omnis telesmi totius mundi est hic. Vis eius integra est, si versa fuerit in terram. Separabis terram ab igne, subtile a spisso, suaviter cum magno ingenio. Ascendit a terra in coelum, iterumque descendit in terram, et recipit vim superiorum et inferiorum. Sic habebis gloriam totius mundi. Ideo fugiat a te omnis obscuritas. Hic est totius fortitudinis fortitudo fortis; quia vincet omnem rem subtilem, omnemque solidam penetrabit. Sic mundus creatus est. Hinc erunt adaptationes mirabiles, quarum modus hic est. Itaque vocatus sum Hermes Trismegistus, habens tres partes philosophiæ totius mundi. Completum est quod dixi de operatione solis».
Il testo in italiano
«È vero senza menzogna, certo e verissimo, che ciò che è in basso è come ciò che è in alto e ciò che è in alto è come ciò che è in basso per fare i miracoli di una sola cosa. E poiché tutte le cose sono e provengono da una sola, per la mediazione di una, così tutte le cose sono nate da questa cosa unica mediante adattamento. Il Sole è suo padre, la Luna è sua madre, il Vento l’ha portata nel suo grembo, la Terra è la sua nutrice. Il padre di tutto, il fine di tutto il mondo è qui. La sua forza o potenza è intera se essa è convertita in terra. Separerai la Terra dal Fuoco, il sottile dallo spesso dolcemente e con grande ingegno. Sale dalla Terra al Cielo e nuovamente discende in Terra e riceve la forza delle cose superiori e inferiori. Con questo mezzo avrai la gloria di tutto il mondo e per mezzo di ciò l’oscurità fuggirà da te. Questa è la forte fortezza di ogni forza: perché vincerà ogni cosa sottile e penetrerà ogni cosa solida. Così il mondo è stato creato. Da ciò deriveranno meravigliosi adattamenti, il cui metodo è qui. È perciò che sono stato chiamato Ermete Trismegisto, avendo le tre parti della filosofia di tutto il mondo. Completo è quello che ho detto dell’operazione del Sole».