evento: Alvaro & Togo – conversAzioni
Alvaro & Togo – ConversAzioni
Milano – dal 27 novembre al 16 dicembre 2007
MUSEO DELLA PERMANENTE
Via Filippo Turati 34 – Milano
Ingresso libero
Alvaro & Togo – ConversAzioni
Milano – dal 27 novembre al 16 dicembre 2007
MUSEO DELLA PERMANENTE
Via Filippo Turati 34 – Milano
Ingresso libero
lezione tenuta il 19 luglio 2007 da Gaetano delli Santi
F. T. MARINETTI
UCCIDIAMO IL CHIARO DI LUNA!
aprile 1909
1
– Olà! grandi poeti incendiarî, fratelli miei futuristi!…Olà! Paolo Buzzi, Palazzeschi, Cavacchioli, Govoni, Altomare, Folgore, Boccioni, Carrà, Russolo, Balla, Severini, Pratella, D’Alba, Mazza! Usciamo da Paralisi, devastiamo Podagra e stendiamo il gran Binario militare sui fianchi del Gorisankar, vetta del mondo!
Uscivamo tutti dalla città, con un passo agile preciso, che sembrava volesse danzare cercando ovunque ostacoli da superare. Intorno a noi, e nei nostri cuori, immensa ebrietà del vecchio sole europeo[1], che barcollava tra nuvole color di vino…Quel sole ci sbatté sulla faccia la sua gran torcia di porpora incandescente, poi crepò, vomitandosi tutto all’infinito.
Turbini di polvere aggressiva; acciecante fusione di zolfo, di potassa e di silicati per le vetrate dell’Ideale!…Fusione d’un nuovo globo solare che presto vedremo risplendere.
– Vigliacchi! – gridai, voltandomi verso gli abitanti di Paralisi, ammucchiati sotto di noi, massa enorme di obici irritati, già pronti per i nostri futuri cannoni.
“Vigliacchi! Vigliacchi!…Perché queste vostre strida di gatti scorticati vivi?…Temete forse che appicchiamo il fuoco alle vostre catapecchie?…Non ancora!…Dovremo pur scaldarci nell’inverno prossimo!…Per ora, ci accontentiamo di far saltare in aria tutte le tradizioni[2], come ponti fradici!…La guerra?…Ebbene, sì: essa è la nostra unica speranza, la nostra ragione di vivere, la nostra sola volontà!…Sì, la guerra![3] Contro di voi, che morite troppo lentamente, e contro tutti i morti che ingombrano le nostre strade!…More
lezione tenuta il 5 luglio 2007 da Gaetano delli Santi
INTRODUZIONE
Il Manifesto del Futurismo è il documento programmatico, scritto da Marinetti nel 1908 e pubblicato su Le Figaro nel 1909, in cui l’autore intende enunciare i principi fondamentali e le linee guida della scrittura e dell’arte futurista. Il testo enuncia la poetica futurista: esso si focalizza non solo sui caratteri estetico-espressivi propri del movimento, ma anche sulla concezione stessa dell’arte e della letteratura, sulla loro ragion d’essere, sulle loro finalità e sul rapporto che esse vogliono intrattenere con i propri lettori. Marinetti delinea forme e contenuti nuovi, originali, del tutto rivoluzionari: egli intende esporre un programma violentemente polemico, di integrale svecchiamento della cultura dominante sulla base di nuovi principi, coerenti con la vita moderna e la società industriale. Il Manifesto si configura alla stregua di una denuncia energica nei riguardi dell’arte e della letteratura, così come erano state concepite sino a quel momento.
Quando redige il primo Manifesto del Futurismo, pubblicato sul “Figaro” del 20 febbraio, il poeta ha già al proprio attivo un certo numero di raccolte in italiano e in francese e dirige a Milano la rivista di impronta simbolista “Poesia”. Nel corso dell’anno 1909, Marinetti ha l’occasione di entrare in contatto con un gruppo di giovani pittori italiani pronti a elaborare e a praticare in pittura l’idea futurista: Umberto Boccioni (1882-1916), Giacomo Balla (1871-1958), Carlo Carrà (1881-1966), Luigi Russolo (1885-1947) e Gino Severini (1883-1966), i quali, nel corso del 1910, aderiscono al movimento e pubblicano il Manifesto dei pittori futuristi e il Manifesto tecnico della pittura futurista. Da qui si evince una delle prime caratteristiche del Futurismo e dell’Avanguardia in senso lato: l’intedisciplinarità delle arti e l’intersemiosi linguistica che ne connota forme espressive e modelli comunicativi.More
lezione tenuta da Gaetano delli Santi
F.T. MARINETTI
FONDAZIONE E MANIFESTO DEL FUTURISMO
Pubblicato dal “Figaro” di Parigi
il 20 febbraio 1909
Avevamo vegliato[1] tutta la notte -i miei amici ed io- sotto lampade di moschea dalle cupole di ottone traforato[2], stellate[3] come le nostre anime[4], perché come queste irradiate dal chiuso fulgòre di un cuore elettrico. Avevamo lungamente calpestata su opulenti tappeti orientali la nostra atavica accidia, discutendo davanti ai confini estremi della logica ed annerendo molta carta di frenetiche scritture[5].
Un immenso orgoglio gonfiava i nostri petti, poiché ci sentivamo soli, in quell’ora, ad esser desti e ritti, come fari superbi o come sentinelle avanzate, di fronte all’esercito delle stelle nemiche, occhieggianti dai loro celesti accampamenti. Soli coi fuochisti che s’agitano davanti ai forni infernali delle grandi navi, soli coi neri fantasmi che frugano nelle pance arroventate delle locomotive lanciate a pazza corsa, soli cogli ubriachi annaspanti, con un incerto batter d’ali, lungo i muri della città[6].
Sussultammo ad un tratto[7], all’udire il rumore formidabile degli enormi tramvai a due piani[8], che passano sobbalzando, risplendenti di luci multicolori, come i villaggi in festa che il Po[9] straripato squassa e sràdica d’improvviso, per trascinarli fino al mare, sulle cascate e attraverso i gorghi di un diluvio.
Poi il silenzio divenne più cupo. Ma mentre ascoltavamo l’estenuato borbottìo, di preghiere del vecchio canale e lo scricchiolar dell’ossa dei palazzi moribondi sulle loro barbe di umida verdura, noi udimmo subitamente ruggire sotto le finestre gli automobili famelici.More
Cosa ci proponiamo di fare?
Ecco quanto:
vogliamo sperimentare una scrittura diversa da quella piallata dall’abitudine massmediatica della non fatica (basta testi lisci, vuoti che continuano ad appestare le letture di tutti con una comunicazione piatta, consuetudinaria, che nulla sa aggiungere al mondo immaginario e tangibile in cui viviamo);
una scrittura costruita con rigore (prendendo le distanze dalla prassi testuale cui siamo ormai avvezzi, intendiamo confrontarci con una scrittura meditata, ripensata e ruminata come risultante di un calcolo a più variabili -genere, tema, registro stilistico, disposizione delle parole all’interno della frase e sulla pagina,… tutto minuziosamente strutturato);
una scrittura concreta, perché affonda nella materia cinestesica del presente e lì torna (ovvero: plasmati a partire dalle percezioni sensoriali del mondo, i testi parlano autenticamente delle esperienze che, vissute, hanno contribuito a generarli);
una scrittura geometrica e dinamica (= una scrittura che sappia confrontarsi e misurare il mondo con la precisione elastica e scientifica con cui essa stessa è costruita) che sbugiardi la finzione della letteratura posticcia, kleenex per cervelli impigriti da letture inconcludenti.More
Materiale occorrente: predisposizione a mettersi in gioco per misurarsi con fattualità nuove (nonostante la maschera della consuetudine), appositi penna e agile taccuino (un calepino) sempre pronto ad essere sfoderato all’occorrenza (vedremo come e secondo quali modalità).
…materiale alla mano, come operiamo in concreto?.. dato che tanto s’è detto dell’esperienza nel campo…
Una precisazione: si tratta di un lavoro accurato, approfondito, studiato e non dogmatizzato. Nulla viene fatto a caso: il testo non viene scritto di getto e gli esperimenti non sono casuali. More
Domanda: concretamente quanto detto come si riversa nella nostra pratica?
Esperienza n. 01
Coordinate spaziali: p.zza Duomo & dintorni.
Coordinate temporali: venerdì 08 giugno 2007, inizio ore 18.00.FASE PRELIMINARE AVVIATA… preparazione dell’esperienza… frammento… analisi… microtestualità… Mallarmè e la costruzione geometrica strutturale del testo. PROCEDURA TERMINATA.
ATTREZZATURA CONTROLLATA. Tutto in regola.
CINTURE SLACCIATE. Perfetto.
SENSORI? CONTROLLO INIZIATO, APERTURA DELLE BOCCHE IN CORSO…More
Lezione tenuta da Gaetano dell Santi il 25 maggio 2007
Una parentesi sul rapporto tra l’Espressionismo ed il Romanticismo
L’arte bene-stante sta bene e fa star bene, fa star tranquilli, rilassati, appagati, pasciuti.
Con grandi profondi respiri, rilassa le membra, distende i muscoli, intorpidisce le ossa, assopisce sensi e coscienza…
Un dettaglio! Un dettaglio improvviso sveglia l’attenzione addormentata: è visto, assaporato, udito, analizzato, tagliato nel vivo della sua carne fino ai minimi termini, in uno spazio caotico, non gerarchizzato, non predigerito da un’entità ordinatrice, uno spazio senza territorio, incondizionato, uno spazio minaccioso e allettante nella sua libertà. Nessuno stampo normativo da imitare o prospettiva povera, falsa e riduttiva che incanalino in un precostituito senso monodimensionale: cancellare il mondo per costruirne un altro con audacia, un mondo in cui essere quel che si è, forma significante (oggetto-parola) non ingabbiata dalle maglie della norma, della razionalità sterile o del linguaggio consueto ed abusato.More
Lezione tenuta da Gaetano delli Santi il 7 giugno 2007
Kurt Schwitters “URSONATE”.
La composizione, portata a termine nel corso di 10 lunghi anni (1923-33) presenta caratteristiche molto innovative rispetto alle ricerche dei contemporanei e si eleva ancor oggi come insuperabile esempio d’opera interdisciplinare. Già i futuristi avevano aperto la strada verso l’interazione di varie arti, ma a livello differente: anzitutto vi era una collaborazione fra diversi artisti con specializzazioni singole che, unendo le loro competenze, davano vita ad una creazione d’insieme, inoltre le loro ricerche in relazione alla sonorità si spingevano in direzione di riprodurre rumori e suoni reali servendosi di onomatopee. L’Ursonate funziona come una partitura musicale ed è un’invenzione linguistica nuova e bastevole a se stessa. I suoni studiati da Schwitters, infatti, sono moduli atti a costruire un nuovo linguaggio, non riproduce o imita altre fonti. Si divide in temi, ognuno dei quali riporta la dicitura del modo in cui va eseguito: quattro quarti, cantato, velocissimo. More
lezione tenuta da Gaetano delli Santi
Paul Valéry
“Tutti quanti tendono a leggere quello che tutti avrebbero potuto scrivere.”
Poeta, scrittore e studioso di varie discipline, Paul Valéry (Sète 1871- Parigi 1945) può essere a pieno titolo considerato un personaggio poliedrico e ricco di contraddizioni, da annoverare tra i grandi pensatori del novecento.
I suoi studi su Stéphane Mallarmé, in particolare, ci danno una panoramica chiara delle teorie e della poetica del grande poeta di fine ottocento.
Riguardo Mallarmé, Valéry chiarisce immediatamente la singolarità della sua scrittura, che negando la semplicità di una letteratura per sé e del piacere, impone confusione e smarrimento e quindi sfida la mente, attraverso una struttura solida, matematica. Per Valéry, legato all’accuratezza illuminista, Mallarmé ha avuto la capacità di superare il romanticismo, ridando forma alle strutture tecniche e quindi portando il classicismo all’estremo.
Il risultato è un metodo, che partendo dalle teorie di Egdar Allan Poe (il romanzo inteso come componimento scientifico) e passando per la poetica di Charles Baudelaire, riuscirà a farsi distante dalle aspettative del lettore, dando vita alla vera POESIA ASTRATTA.More