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«Vagavo per i campi del Tennessee. Come vi ero arrivato, chissà». se stesso vs. sé

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… Vagavo per i campi del Tennessee …

Nella canzone intitolata Personalità empirica, un concetto-chiave sono gli stati di coscienza. Alla base c’è un profondo problema gnoseologico, la conoscenza della verità, prigioniera della dicotomia tra colui che conosce, il soggetto, e la cosa che è conosciuta, l’oggetto.

Spazio e tempo? Tutto questo non esiste nella Coscienza Cosmica. E tanti cari saluti a Kant … Dobbiamo abbandonare l’idea che conosciamo noi stessi e scoprire ciò che realmente siamo.

La natura dell’uomo è meccanica ed egli vive a un basso livello di coscienza.

Conoscere noi stessi nel modo necessario perché potessimo infine conoscerci era uno scopo estremamente ambizioso che poteva essere realizzato soltanto dopo molti anni di paziente e doloroso studio di sé. (cfr. Personalità empirica, «allenare la mente a nuovi stati di coscienza»). (…) All’inizio può essere difficile assegnare le nostre attività ai centri appropriati, ma con l’esperienza le cose diventano poco a poco più semplici. (cfr. Walker 1976, p. 19)

Il titolo della canzone è Personalità empirica, cioè che deriva dall’esperienza.
In uno stato di vera autocoscienza, un uomo può vedere se stesso oggettivamente, quale egli è realmente. E nello stato più alto, può vedere oggettivamente anche le altre cose, perciò la coscienza più alta è detta Oggettiva o Cosmica.

NB. Quando si alza al mattino, l’uomo può vedere le cose un po’ meno soggettivamente ma anche allora non è capace di vederle per quello che realmente sono.

È soltanto in uno stato superiore di coscienza che un uomo può vedere se stesso e le cose intorno a lui quali realmente sono, e non semplicemente come egli immaginava che fossero.
(Walker 1976, p. 27)

Esistono quattro stadi di coscienza dell’uomo, e noi ne conosciamo soltanto due, primo il sonno e secondo quello che viviamo di giorno, lo stato «semi-desto».

Vi sono poi due stadi superiori a questi: il terzo è l’«auto-ricordo» o autocoscienza, il quarto e più alto è la «Coscienza Oggettiva», o «Coscienza Cosmica». Si possono avere sprazzi di questi due stadi, ma solo in casi sporadici e particolari. I versi (La cura, 1996)

Vagavo per i campi del Tennessee. Come vi ero arrivato, chissà

potrebbero celare i momenti di autoricordo. Esistono momenti di accidentale autoricordo. Walker (Walker 1976, p. 30) spiega questo concetto riportando un episodio dell’infanzia per esemplificare i momenti di accidentale autoricordo:

Correvo in un campo nel Suffolk

A un certo punto si ferma improvvisamente e si guarda intorno con sorpresa

sperimentando nel contempo un sentimento innalzato della mia esistenza

un senso di essere talmente soverchiante che desta spavento, e lascia in silenzio finché non passano i momenti.

(alice pareyson)