festival internazionale di corti a milano
I’VE SEEN FILMS, INTERNATIONAL SHORT FILM FESTIVAL
Pochissima partecipazione (alle proiezioni c’erano i relativi registi ed eventuali amici degli stessi), pochissima pubblicizzazione, qualità dei corti medio bassa.
Basta solo dire che il giorno delle premiazioni è stato proiettato un film di Enzo Iacchetti, che è riuscito a imbarazzare persino il presentatore Bill Bristow; non sapendo cosa commentare, nel silenzio del pubblico, ha esclamato: «beh, che dire?».
Scandaloso è che gli sia stata pure consegnata una targa speciale, dallo stesso Rutger Hauer.
Il film parlava di una mamma scappata dall’ipocrisia e dalla frenesia cittadina, per poi rintanarsi in un villaggio di montagna dove le persone sono più gentili e affettive.
Pochi registi al mondo sono riusciti a concentrare in 16 minuti un così alto numero di luoghi comuni, come il marito ubriacone che al mattino non si sveglia, la maestrina che non viene ascoltata, la quale in autobus viene toccata da un maniaco, un bimbo che nasce con un lieve handicap e lei che nel prato di montagna lo coccola in una bellissima giornata di primavera.
La mediocrità viene magnificata oramai anche in luoghi alternativi come un festival di corti internazionale.
31 sponsor prestigiosi, dalla 20 Century Fox alla Warner Home Video fino alla regione Lombardia e al Centro Sarca, ingenti somme di denaro a disposizione e solo alcuni registi erano spesati di vitto e alloggio, ad alcuni nemmeno è stato pagato il viaggio, pochi premi. Dove sono finiti tutti i soldi?
La giuria era composta da personaggi autorevoli come Ridley Scott, e molto conosciuti come Richard Gere, che però nessuno ha visto.
Sui video la simbologia religiosa era molto utilizzata, nello specifico cristiana, come Mumbler di Roels e Reygaert, o Lapsus di Zaramella.
Molti artisti hanno criticato ironicamente la religione, rimanendo sempre sui luoghi comuni e sdrammatizzando, come nel caso della suora animata da Zamarella, capace di dire solo «Oh my God!».
Poche trovate geniali e nessun corto sull’imminente collasso economico planetario.
Mi chiedo dove vivano questi registi, artisti, scrittori.
Per coronare il tutto, la presenza di tre belle cantanti vestite di blu, che intonavano le note di «marameo perché sei morto» tra una pausa e l’altra.
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