Eri con me
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¶Siamo detriti, relitti umani, trascinati da un fiume in piena,
che non conosce soste né destinazione.
La nostra mente, le nostre azioni, sono la ‘causa’,
gli effetti invece, il nostro destino.
¶Ciò che deve accadere, accadrà,
qualunque cosa facciamo per evitarlo,
ciò che deve accadere, accadrà,
perché è già accaduto!
¶Eri con me, ma io non ero con te,
sei con me, ma io non sono con te,
ero con te, ma tu non eri con me.
¶Viviamo nell’impermanenza, nell’incertezza della vita condizionata,
ma ci ricorderemo di noi segretamente.
Arriverà il giorno atteso a schiudere gli impediti passaggi,
prepariamoci a nuove esistenze…
¶Eri con me, ma io non ero con te,
sei con me, ma io non sono con te,
ero con te, ma tu non eri, non eri, con me.
Ancora una volta il samsara, il ciclo delle reincarnazioni e delle purificazioni, e ancora una volta un significato esoterico ed uno essoterico, un significato più immediato e uno ulteriore. Quello più immediato potrebbe sembrare il solito amore infelice e il solito addio per «differenza di progetti esistenziali» e questa lettura ha una sua provabilità ma molti elementi ci dicono che il senso deve essere, come spesso in Battiato, mistico-sapienziale. I Salmi e il Cantico dei Cantici sono stati la sua palestra di formazione artistica. Egli affermava già nel lontano 1999: La Bibbia l’ho letta da cima a fondo almeno tre volte».
Iniziamo dunque con il risalire ai testi di Sgalambro che sono il retroterra immediato specie per quello che riguarda una coppia di termini che sono capitali nel filosofo: cause ed effetti.
Scrive Sgalambro: «Vivere è vivere per cause… le navi che partono per tutti i mari del mondo, sono sempre ferme nei loro porti. Tutto è ancorato, ascolta. Chi parte non è mai partito. Vivi per cause»; ma vedi anche: «ricordate che vivere è solo questione di cause». Dal Trattato dell’empietà ci giungono infine due altre, alte, citazioni: «Shakespeare, Riccardo III, ‘tu fosti la causa e il dannatissimo effetto’» e «‘Preferisco scoprire l’anello della causalità piuttosto che essere il re di Persia’, Democrito».
Poi interviene la visione sincretistica -multispiritualistica- di Battiato alla quale risalgono immagini come
Siamo detriti, relitti umani, trascinati da un fiume in piena, / che non conosce soste né destinazione,
che possiamo esplicitare attraverso
ma se ti senti male rivolgiti al Signore / credimi siamo niente, dei miseri ruscelli senza Fonte (…) vivere venti o quarant’anni in più è uguale / difficile è capire ciò che è giusto / e che l’Eterno non ha avuto inizio / perché la nostra mente è temporale / e il corpo vive giustamente solo questa vita.
Ora diviene più semplice capire i versi
Viviamo nell’impermanenza, nell’incertezza della vita condizionata, ma ci ricorderemo di noi segretamente. / Arriverà il giorno atteso a schiudere gli impediti passaggi, / prepariamoci a nuove esistenze,
dove solo resta da precisare che «l’impermanenza» è più semplicemente il divenire, e che la nostra vita è spesso condizionata da valori non autentici, non limpidi. Nonostante tutto questo, in segreto dentro di noi abbiamo il ricordo di un’altra vita dalla quale siamo precipitati (la caduta, l’esilio, parole, concetti e immagini mitiche che spesso troviamo in Battiato) e dunque «prepariamoci a nuove esistenze» che porteranno più vicini alla liberazione.
Cade qui opportuna la spiegazione di una parola che abbiamo posto ex abrupto in apertura: samsara.
Il samsara è un termine sanscrito e, secondo la tradizione buddhista, è la ‘ruota della vita’ e delle rinascite da cui l’essere deve liberarsi per giungere al nirvana, la liberazione.
Per il ritornello non risalirei ad Ovidio («né con te, né senza di te») ma credo possa essere una dichiarazione di malessere interiore, un’allusione a una dissociazione interiore: non dunque una vicenda sentimentale esterna ma una frattura sentimentale interna.
Utile in questo senso ancora un passo di Sgalambro che definisce la nostra persona più «una confederazione di io» che davvero un qualcosa di monolitico e unitario:
A volte mi richiamate alla realtà (scilicet: dice il protagonista alla sua compagna che appella, secondo un uso antico, con il voi) ma quale realtà fra tutte? Nell’egemonia di una realtà restano sconfitti gli altri piani di essa. Il concetto di realtà che riesce a prevalere sulle restanti, in modo che lo stesso termine si identifichi con quella che ha vinto, non annienta gli sconfitti ma li coordina con funzioni subordinate all’interno del suo sistema. Così venne superato il concetto di individuo compatto di cui si fece garante Montaigne.
L’idea di persona è dunque quella di un insieme attraversato da forze contrastanti.
Eri con me, ma io non ero con te, / sei con me, ma io non sono con te, / ero con te, ma tu non eri, non eri, con me
dicono i nostri volti interiori.
Ancora una volta il samsara, il ciclo delle reincarnazioni e delle purificazioni, e ancora una volta un significato esoterico ed uno essoterico, un significato più immediato e uno ulteriore. Quello più immediato potrebbe sembrare il solito amore infelice e il solito addio per «differenza di progetti esistenziali» e questa lettura ha una sua provabilità ma […]
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