Ermeneutica
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¶Eiacula precocemente l’impero
tornano i vecchi testamenti
gli stati mostri si avventano sui regimi fascisti
¶Tensioni di tensioni di frustrazioni
si manifestano
nel nostro seme si nascondono si riproducono
germi di desideri infetti
¶in my dreams I see you in a different way
the emotional colours of life are changing completely
Sometimes we need to expel our seed
where tensions of tensions hide
¶Mostruosa creatura il suo nome è fanatismo
solo quando il sacro parla l’eccelso prende forma
(human virus is coming inside us)
¶Deus est filius dei
tutte le macchine al potere
gli uomini a pane ed acqua
¶And what is cosmos? what is the meaning of the word?
history is bunk
¶Eiacula precocemente l’impero
ritorna il circolo dei combattenti
gli stati servi si inchinano a quella scimmia di presidente
s’invade si abbatte si insegue si ammazza il cattivo
si inventano democrazie
¶A monstrous creature (human virus)
its name fanaticism
when the consecrated word speaks
magnificence takes form and
¶now I am far from you, now I’m far from you
and now I am far from you,
now I’m far from you
La canzone Ermeneutica si sviluppa su due linee di riflessione. La prima è storica, la seconda filosofico esistenziale. La prima è molto evidente, la seconda chiede un percorso più articolato.
Iniziamo con i primi versi. Segnalata l’importanza di un paio di passaggi di Sgalambro (cfr. Trattato dell’età, pp. 35 e 50) il riferimento è certamente a George W. Bush, capo dell’impero americano, e legato alle chiese fondamentaliste americane caratterizzate da una predilezione per l’Antico Testamento ed ecco perché «tornano i vecchi testamenti»: gli «stati mostri» sono così La Santa Alleanza anglo-americana all’attacco dell’Iraq di Saddam Hussein.
Dato a Bush quel che è di Bush e all’America quel che è dell’America, dobbiamo allargare la nostra riflessione. Innanzitutto, da notare che la citazione «history is bunk» ovvero «la storia è una sciocchezza» è di Henry Ford, il potentissimo industriale fondatore dell’omonima casa automobilistica e figura simbolo della storia americana contemporanea; scrive Sgalambro:
Ma poi vengono i couillons e vi costruiscono sopra la ‘storia’. ‘La storia è fatta dagli uomini’ dicono gonfiando il petto. ‘History is bunk’ risponde Mister Ford.
Il fanatismo (ipocrita) non è solo quello di Bush ma è anche quello degli «stati mostri» e degli «stati servi» che «si inchinano a quella scimmia di presidente». Notiamo poi che al fanatismo politico si associa quello religioso, ovvero quello che troviamo nel verso «Deus est filius dei», citazione paradossale, quasi blasfema, che stravolge quella canonica «Filius Dei est verus Deus». La d minuscola sembra quasi voler comunicare che un idolo ha sostituito la vera divinità, in un rovesciamento rispecchiato dal verso «tutte le macchine al potere gli uomini a pane e acqua».
Fanatismo e potere diventano dunque sinonimi ma diventano anche una tendenza della storia umana che deve essere contrastata nel nome di ciò che vi è di «sacro» ed «eccelso» nell’uomo.
Una conferma di questa linea interpretativa ci viene dal fatto che il brano Ermeneutica compare nell’album del 2004 Dieci Stratagemmi subito prima di Fortezza Bastiani, che tratta vari temi analoghi, primo fra tutti l’ossessione umana e gli stratagemmi per resistervi.
Sempre nello stesso album compare poi 23 cromosomi, un esempio di brevitas in versi, corredato comunque da un ampio estratto -in prosa- di Sgalambro, letto in sottofondo dalla sua stessa voce. In particolare ci interessa il terzo verso che recita, con un tono profetico, tra il solenne e il minaccioso, «Metamorphosis is coming». Questo tono è lo stesso del verso che viene posto come ammonimento proprio in Ermeneutica: «Human virus is coming inside us», fate attenzione: in un futuro prossimo avverrà (potrebbe avvenire, sta avvenendo) un drammatico stravolgimento del destino umano.
Qui (in Ermeneutica) e là (in Atlantide ma anche tante altre canzoni) si ribadisce allora una visione antropologica fortemente legata al mito gnostico della caduta e a quello di una faticosa risalita fuori da questa dimensione umana e terrena al seguito del Sacro e dell’Eccelso. Sacro ed Eccelso che ora sono tanto lontani da noi: «I’m far from you».
Ora però è necessario, per proseguire ed approfondire la nostra riflessione, soffermarci sul titolo della canzone. Il termine ermeneutica deriva dal greco e indica l’arte dell’interpretazione, ad esempio di testi antichi, documenti storici, leggi… Qui «i vecchi testamenti» diventano il simbolo della degenerazione dell’ermeneutica biblica, la decadenza della religio propriamente intesa: non solo «tornano», come qualcosa di già passato ed esperito in senso negativo, ma sono inoltre contrapposti, in quanto veicoli di qualcosa di basso, al Sacro, che invece parla «quando l’Eccelso prende forma».
Va rilevato inoltre che Battiato e Sgalambro non solo ci esortano a interpretare rettamente quanto sta accadendo e a non credere a «bugiardi imbonitori» che ci «assediano con violenze degne di Tamerlano» ma ci spingono anche a partecipare a una Nuova Resistenza Umana. Questa canzone infatti, e l’intero disco che la contiene, possiamo dire che siano dedicati a una Nuova Resistenza Mondiale e Spirituale di cui per certo Battiato e Sgalambro sono corifei: «Resisterò… ascoltando il respiro trattenendo il calore / su un’altra forma d’onda intonerò il mio pensiero» (ancora dalla fondamentale e altrettanto combattiva Fortezza Bastiani).
Un’ultima complessa ma necessaria digressione si lega a due brevi frasi che nella loro (apparente) semplicità nascondono invece una storia estremamente articolata. I versi «What is Cosmos (Mr. Sanderson)? What is the meaning of the word?» («cosa è il cosmos, qual è il significato della parola?»; «word» vale anche per Verbo) sono una citazione dal saggio di Virginia Woolf intitolato The Cosmos (in The Captain’s death bed and other essays, Il letto di morte del capitano e altri saggi, 1950, raccolta postuma per lo più ignota al grande pubblico). In esso si racconta l’incredibile storia di Thomas James Cobden-Sanderson, artista e rilegatore, che nel 1900 fondò la casa editrice Doves Press di cui divenne socio Emery Walker, illustratore, fotografo e stampatore. Entrambi provenivano dalla scuola di William Morris, una delle più grandi personalità artistiche dell’epoca vittoriana. La casa editrice pubblicò grandi testi come il Paradise Lost di Milton, nel 1902. Nel 1903 uscì un’edizione in cinque volumi della Bibbia di King James (1611) sempre nei suoi austeri caratteri rossi, per titoli e capilettera, e neri per il testo.
Cobden-Sanderson fu l’inventore di un carattere da stampa, il Doves Type (dal nome di un bar, The Dove, nei dintorni della zona di Londra in cui abitava) partendo dal prototype chiaro ed elegante del tipografo francese Nicolas Jenson (1404–1480), che rifuggiva la lettera nera gotica favorita dai primi pionieri della stampa, a partire da Gutenberg.
Cobden-Sanderson fu talmente ossessionato dalla sua creatura, che, per paura che il socio ereditasse i diritti del Doves Type, decise di liberarsi definitivamente del fardello. E così fu: come descritto magistralmente da Virginia Woolf, Sanderson gettò via i caratteri tipografici Doves in piombo nel Tamigi dall’Hammersmith Bridge, metodicamente, sistematicamente, tra agosto 1916 e gennaio 1917, più di una tonnellata, nel corso di svariate notti, almeno 170. A quei tempi, senza la moderna tecnica digitale di stampa, distruggere caratteri e matrici di stampa voleva dire distruggere per sempre il font.
Tuttavia «una notte, due pagine» -parole della Woolf, che dà un colorito romanzesco alla vicenda dei caratteri tipografici in piombo «lasciati in eredità al Tamigi»- non caddero in acqua ma rimasero su una sporgenza rocciosa («ledge») in una posizione da cui Sanderson «poteva vederle ma non raggiungerle. L’idea sua era stata magnifica, l’atto ridicolo. Ma in fondo nulla si poteva spiegare…»
Il Doves Type rappresenta la ricerca di un senso della vita ma anche l’ossessione che assale l’uomo per poi lasciarlo in miseria.
Il font, oggetto dell’ossessione di Sanderson, è il seme che tentiamo di espellere. Il seme («seed») è termine biblico, e appartenente allo spettro del biologico (così come l’espressione «Eiacula precocemente», vista da Sgalambro come il peggior insulto a un essere umano, e «Si riproducono») si ricollega dunque al Sanderson che si è occupato della curatela delle Scritture, e al Sanderson uomo.
Al linguaggio biologico appartiene inoltre il virus umano («human virus») che corrisponde alla «monstrous creature», il cui nome -nota di Sgalambro- è il fanatismo, compagno dell’ossessione.
Monstrum in latino significa prodigio, e phenomenon in greco è ciò che si mostra: un altro tema ricorrente è infatti l’eterna lotta tra realtà ed apparenza, il fenomeno e l’invisibile («Si manifestano» vs. «Si nascondono»; «see» vs. «Hide»), struttura e sovrastrutture, genuinità e finzione, verità e menzogna.
In Virginia Woolf la ricerca del «cosmos» porta tutte le cose, le virtù ed i vizi, a trovare il proprio posto; tra le altre cose appare come «all in the world’s plan» (tutto nel progetto del mondo) il fatto che una farfalla sia intrappolata nella tela del ragno, così come gli Inglesi e i Tedeschi che si tagliano la testa sono «fratelli e non nemici».
Il Doves Type diventa simbolo della semplicità di un carattere chiaro e preciso. Inoltre l’ideale della Doves Press del Book Beautiful è una risposta alla industrializzazione di massa e alla paura della perdita della umanità da parte dell’uomo.
La ricerca del «cosmos» è l’ossessione di una vita, la vita che Cobden-Sanderson dedicò a tentare disperatamente di spiegare a se stesso e agli altri (che per questo o lo ridicolizzavano, o lo consideravano pazzo, o ancora lo rimproveravano) cosa si intendesse per «cosmos» (dal greco kosmos, ordine).
La ricerca del «cosmos» è il sogno del Book Beautiful, il libro perfetto, l’attività intrapresa da Sanderson, che aveva voluto fare «qualcosa di bello, e, nella misura in cui possono esserlo le cose umane, permanente.»
Dunque, nel seme umano -nel genere umano- «si riproducono germi di desideri infetti», insieme a «tensioni di tensioni», che sono l’esatto contrario del «cosmos» così ardentemente desiderato da Sanderson, uno fra tanti cercatori utopici di un ordine cosmico.
Uomo e mondo, uomo e società: sono binomi, contrapposizioni, e la relazione sana e salutifera tra i membri di ciascun binomio è utopia, non possibile nel presente.
Il «cosmos», il sacro, the «consecrated word» (la parola della Bibbia in Doves Type?), la via di salvezza, il rimedio, la cura contro lo «human virus» arriveranno. Il sacro è la cura dei mali dell’umanità, e, d’altra parte, la coppia Sgalambro-Battiato ha scritto, appunto, La cura.
Riportiamo ora il brano da The Cosmos, di Virginia Woolf.
E cos’è ‘Cosmos’, Mr Sanderson? – chiede Sorella Edith. – Cosa significa il termine? – E lì io esplodo come un razzo nelle stelle nell’empireo. Questi due ampi volumi sono pieni delle scintille che caddero dalla continua esplosione. Giacché Mr. Cobden-Sanderson cercava sempre di spiegare a qualcuno – che fosse il Professor Tyndall (‘Gli diedi il mio punto di vista sul destino umano, cioè la unione ultima dell’intelletto umano nella conoscenza con il suo altro ego, l’Universo’), Mr. Churchill, o una strana signora cui la macchina si fosse rotta sulla strada vicino a Malvern – cosa la parola Cosmos significasse. L’aveva imparato gradualmente e dolorosamente a sue spese. Giacché sulle prime, il mondo gli sembrava non avere alcun ordine. Ogni cosa era sbagliata. Era sbagliato che lui diventasse un chierico; era sbagliato prendere una laurea; era sbagliato rimanere al Bar. Era sbagliato che lui, che aveva già tre vestiti, dovesse ordinarne un altro da Poole e pagarlo con i soldi di sua moglie. Ma allora, cosa era giusto? Ciò non era per niente chiaro. ‘Cosa avrei dovuto fare?’ si chiese alle tre del mattino nell’anno 1882, ‘soffrendo di un terribile esaurimento nervoso’. Doveva vivere a Poplar e lavorare in mezzo ai poveri? Doveva dedicare la sua vita a lavorare per la Charity Organization Society? Cosa doveva dare in cambio per ciò che riceveva?
Per concludere proponiamo la traduzione dei passi in inglese della canzone:
«gli stati servi si inchinano a quella scimmia di presidente»
La canzone si sviluppa su due linee di riflessione. La prima è storica, la seconda filosofico esistenziale. La prima è molto evidente, la seconda chiede un percorso più articolato.
Iniziamo con i primi versi. Segnalata l’importanza di un paio di passaggi di Sgalambro (cfr. Trattato dell’età, pp. 35 e 50) il riferimento è certamente a George W. Bush, capo dell’impero americano, e legato alle chiese fondamentaliste americane caratterizzate da una predilezione per l’Antico Testamento ed ecco perché «tornano i vecchi testamenti»: gli «stati mostri» sono così La Santa Alleanza anglo-americana all’attacco dell’Iraq di Saddam Hussein.
Dato a Bush quel che è di Bush e all’America quel che è dell’America, dobbiamo allargare la nostra riflessione. Innanzitutto, da notare che la citazione «history is bunk» ovvero «la storia è una sciocchezza» è di Henry Ford, il potentissimo industriale fondatore dell’omonima casa automobilistica e figura simbolo della storia americana contemporanea; scrive Sgalambro:
[…]
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in my dreams I see you in a different way / the emotional colours of life are changing completely
Sometimes we need to expel our seed / where tensions of tensions hide
human virus is coming inside us‘And what is cosmos? what is the meaning of the word? / history is bunk’
A monstrous creature (human virus) its name fanaticism / when the consecrated word speaks / magnificence takes form / now I am far from you / (…) and now I am far from you
nei miei sogni ti vedo in un altro modo / gli emozionali colori della vita stanno completamente cambiando
Talvolta abbiamo bisogno di espellere il nostro seme là dove tensioni di tensioni si nascondono
il virus umano sta entrando in noi
‘e cos’è il cosmos? qual è il significato del termine? la storia è una sciocchezza’.
Una mostruosa creatura (un virus umano) il suo nome è fanatismo / quando la parola consacrata parla / l’eccelso prende forma / ora sono lontano da te / e ora sono lontano da te