di chi è la voce del padrone? franco battiato vs. georges gurdjieff
Per rispondere alla domanda, oltre a ricordare per esempio Frammenti di un insegnamento sconosciuto di Ouspensky (vedi anche Fabrizio Basciano, Il Fatto Quotidiano, 23/8/2015), leggiamo in Walker (Walker 1976, p. 67):
Ouspensky aggiunse che G (ndr. Gurdjieff) aveva raccontato una parabola (…), un’allegoria ancora più antica, che paragonava l’uomo a un equipaggio composto di cavallo, carrozza, cocchiere e padrone.
La carrozza rappresentava il corpo dell’uomo, e il cocchiere era la sua mente. La carrozza era collegata con il cavallo per mezzo di stanghe, e il cocchiere con il cavallo per mezzo delle redini, e, secondo G, il lavoro su se stessi doveva sempre cominciare con il lavoro sul cocchiere – cioè, con il lavoro sulla mente. (…) Era necessario che il cocchiere (…) ascoltasse la voce del suo padrone e fosse in grado di eseguire le sue istruzioni. Doveva poi imparare (…) il giusto modo per guidare un cavallo, come nutrirlo e come attaccarlo in modo appropriato alla carrozza. (…) Il cavallo rappresentava le emozioni.
Quindi le redini che il cocchiere muove sono il mezzo con cui la mente controlla le emozioni.
E questo ci rimanda inoltre a una canzone come Personalità empirica, in cui si evidenzia il concetto di stato di coscienza, e l’eliminazione della meccanicità, il cercare di comandare le redini con il nostro cocchiere.
Per esser fin certi della linea ‘gurdjieffiana’ adottata da Battiato nell’album La voce del padrone oltre al titolo, riportiamo un semplice quanto fondamentale esempio.
Per Gurdjieff esistono sette tipi di uomo a seconda del livello che esso ha raggiunto di coscienza. Quello che a noi interessa è l’uomo numero quattro, che si può dire abbia
iniziato a conoscere se stesso e in cui i centri (ndr. o ‘menti’) erano più equilibrati e funzionali che negli uomini uno, due, tre. Un altro vantaggio goduto dall’uomo numero quattro era che egli aveva sviluppato entro di sé un punto fisso o quello che Ouspensky chiamava ‘un centro permanente di gravità’. (…) Somigliava perciò ad un uomo in possesso di una buona mappa e di un compasso, e questo era per lui un grosso vantaggio, giacché anche non riuscendo a fare quanto era nei suoi propositi, conosceva tuttavia la direzione nella quale doveva lottare. (cfr. Walker 1976)
Il titolo-concetto del centro di gravità permanente è solo uno dei trampolini di lancio della ricerca e dell’approfondimento che si trovano nel volume Franco Battiato. La cura 27 canzoni commentate 1971-2015.
Georges Ivanovič Gurdjieff (1872-1949): un grande maestro dell’esoterismo il cui insegnamento e pensiero costituiscono una perfetta sintesi della tradizione orientale e di quella occidentale.
Pëtr Dem’janovič Ouspensky (1878-1947): filosofo russo e principale seguace e interprete di Gurdjieff.
Kenneth Walker (1882-1966): seguace e studioso della dottrina di Gurdjieff, autore inglese, tra le cui opere ricordiamo a più riprese L’insegnamento di Gurdjieff (Astrolabio, Roma, 1976).
(alice pareyson)