Liberare la composizione da uno spazio squadrato, affratellare lo spazio alla rappresentazione di un luogo pittorico fuori squadra, fuori dai limiti di un disegno che la delimiti, sopprimere il dintorno, portare la forma a esprimersi in vibrazioni cromatiche, schiuderla a un colore vibrato; fare in modo che la luce s’inoltri nel colore.
Afferma Robert Delaunay:
Robert Delaunay, La Lumière in Scritti sull’arte, Amadeus, Maser 1986 p.50L’arte nella natura è ritmica ed ha orrore della costrizione.
Ma il ritmo in Delaunay è dato da un balletto di effetti luminosi, raffreddati o scaldati nei colori, e da effetti cromatici raffreddati o scaldati nella luce.
Non è così che si entra in rapporto con il Sublime? Perché l’arte arrivi a suggerire il Sublime deve essere ricondotta, attraverso la «nostra visione armonica» (cioè la luminosità), a una pura superficie fatta di vibrazioni luminose.
La luminosità -dice Delaunay- è colore e proporzione. Da che cosa è composta la proporzione? Da «diverse misure simultanee in un’azione. Questa azione deve essere l’armonia rappresentativa, il movimento sincromo (simultaneità) della luce, che è la sola realtà».
Il Soggetto di un’opera pittorica sarà dunque non più l’Oggetto descritto, limitato, ma l’azione sincromica della luce per mezzo del colore.
È il colore che in un’opera pittorica deve costruire la luce, è il colore che deve costruire la forma, il movimento, l’azione (e l’energia) simultanea dei
contrasti cromatici.
Un colore provoca un altro, e da un colore ottenuto dall’accostamento di un altro ne succede simultaneamente un altro; questo è ciò che avviene
sotto l’azione attiva della luce. Con l’azione luminosa divenuta colore e con l’azione cromatica divenuta luce, si dà evoluzione cromatica, circolazione di forme e superfici, sussulti di luci e vibrazioni, spostamenti di toni luminosi, il passaggio da una forma all’altra per mezzo del contrasto simultaneo del colore, lo spostamento della superficie in profondità.
