il linguaggio-strada

Dice il linguaggio-strada: Smettete di nascondermi la profondità dell’imprevisto. Non intendo indietreggiare davanti a nulla, neppure davanti alle tormentose esibizioni di muri crettati. Non voglio sui muri carta da parati.
Che il muro resti così com’è, nudo e crudo, scrostazioni e macchie raccontino pure la loro storia, io mi lascerò assorbire dalle loro voci, voglio il mio tempo riempirlo di insonnie perché possa ascoltare tutte le voci che l’insolita osservazione di un muro indossa, infischiandosene del suo decrepito aspetto.
Parlate dunque a quel muro come si dovrebbe parlare a un muro invecchiato, zeppo di crepe e macchie di muffa e di sporco.

Si esprima il vostro linguaggio non con la favella di un cruscante, ma col gergo e la parlata di
un uomo di strada.
Siate con Leonardo -perché tutto sia espresso secondo la propria natura:

Leonardo da Vinci, Trattato della pittura. Club del Libro Fratelli Melita, La Spezia 1984, p.126

Non fate al villano l’atto che si deve ad un nobile ed accostumato, né il forte come il debole, né gli atti delle meretrici come quelli delle oneste donne, né de’ maschi come delle femmine.

Guardate il muro pensando al muro, immedesimatevi nelle immagini che le imperfezioni della sua superficie vi suggeriscono, fidatevi di Leonardo:

La lezione di Leonardo: cogliere le suggestioni che le imperfezioni delle superfici suggeriscono

Se tu riguarderai in alcuni muri imbrattati di varie macchie o pietre di vari misti, se avrai a inventionare qualche sito, potrà lì vedere similitudini di diversi paesi, ornati di montagne, fiumi, sassi, albori, pianure, grandi valli e colli in diversi modi; ancora vi potrai vedere
diverse battaglie e atti pronti di figure, strane arie di volti e abiti e infinite cose, le quali potrai ridurre in integra e buona forma. E interviene in simili muri e misti, come del suono di campane, che ne’ loro tocchi vi troverai ogni nome e vocabolo che tu imaginerai.