Saggio sopra l'espressionismo

Van Gogh: precursore dell’Espressionismo

L’impegno di un’arte impegnata: non ripetere il percorso massificato dei luoghi comuni dell’accademismo; l’arte va aperta sul mondo

Chi crea forme con pompa, caccia il buon senso in una penosa estetica che conduce i propri concetti a rinumerare il cattivo gusto. Sarebbe come abbattere il raziocinio a colpi di mazza. L’impegno di un’arte impegnata sta pure nel non rifare ciò che l’insufficienza dei luoghi comuni ha imposto al gusto scriteriato, massificato. Non bisogna dare l’arte nelle mani della superchianza, o dell’accademismo, o di coloro che portano l’arte in una forma che vuol vivere nel limite della propria forma. Lasciate che l’arte si tuffi generosamente in una estetica informata sul mondo, su chi alla peggio si conduce nell’esistenza.

Contadine come contadine, prostitute come prostitute

Il tessuto dell’arte deve aprirsi alle sollecitazioni dell’aria, dei campi, delle cose e degli esseri che sono così come sono:

Vincent Van Gogh, Lettere a Theo sulla pittura. TEA, Milano 2006, p.99

Se dipingo delle contadine, voglio che siano delle contadine; per la stessa ragione, se dipingo delle prostitute,

voglio che abbiano un’espressione da prostitute, così dichiara Van Gogh in una lettera a suo fratello Theo -Anversa 28 dicembre 1885-.

La forma esterna deve saper comunicare il contenuto interno

Compenetrazione dissonante fra interno ed esterno, ecco l’Espressionismo: la forma esterna dev’essere conveniente a ciò che si muove dentro la pittura, e la pittura sconveniente a ciò che si muove fuori di essa. La pittura deve comunicare con una forma in grado di esprimere l’interno partendo dall’esterno, con una forma prepotentemente gettata nel proprio interno. Per l’espressionista nulla nel corpo dell’uomo è un universo morto.

Il corpo si apre ai comportamenti del mondo senza chiusure accademiche

Per questo, l’uomo che l’espressionista ritrae ha un corpo che s’apre ai comportamenti del mondo: non lo intrattiene in una forma accademica, arroccata sulla chiusura di precetti assodati una volta per tutte, fissati nell’istituzione dell’immutabilità. Affastidiare quella forma che non esprime nulla della propria anima: è questa la regola a cui si rifà l’Espressionismo e, prima ancora di quest’ultimo, Van Gogh:

Vincent Van Gogh, Lettere a Theo… p.96

dipingere esseri umani (…). Il problema sta solo nel pensare se iniziare dall’anima o dai vestiti, se la forma debba servire da attaccapanni per i nastri e i fiocchi o se si deve considerare la forma come un mezzo per rendere impressioni e sensazioni o ancora se modellare la forma solo per la forma in sé, perché è tanto infinitamente bella.

Lo spazio e la forma funzionali reciprocamente e socialmente contro l’arte per l’arte, contro il didascalismo e il preconfezionato

Uno spazio che dipende dai movimenti della forma (lasciandosi dalla forma modellare) diviene funzionale alla forma: accoglie in sé la forma, dandosi forma. Uno spazio che dipende dalla funzionalità della forma, diviene funzionale alla forma. Una forma che dipende dalla funzionalità dello spazio, diviene funzionale allo spazio. Spazio e forma, reciprocamente funzionali, sono di conseguenza funzionali socialmente.

Hans Sedlmayr, La rivoluzione dell’arte moderna. Garzanti, Milano 1958, p.70

Una forma d’arte sociale, come quella espressionista, non entra nel cerchio del chiuso, cioè nell’idea di modellare la forma solo per la forma in sé, ma nell’anima della forma, abolendo la forma per la forma (ovvero l’arte per l’arte), poiché «non si fa più arte, se non si vuol fare altro che arte». Impressioni e sensazioni del vissuto, richiedono una forma pittorica modellata da una visione che esca dalla propria scena: la forma cioè non deve essere insidiata staticamente dalla macchinosità del suo peso corporeo, né da una forma che si attenga (per essere tale) alle procedure preconfezionate, ma da una forma che scréditi il didascalismo, sfondando la propria superficie e andando incontro al mondo con un modellato pittorico tacciato di eresia.

fabio d'ambrosio editore
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