Saggio sopra l'espressionismo

9. il colore espressionista: cosmo

Uomo, cose e forme viventi sono nell’armonia universale

Per Klee, l’uomo (e con esso tutte le forme viventi che lo circondano) forma un tutt’uno col creato: uomo, cose e forme viventi si ri-trovano nella loro naturalità a far parte dell’armonia universale.

L’oggetto riverbera il cosmo

Proprio per questo qualsiasi «oggetto naturale» va analizzato come se in sé contenesse (in forma di ripercotimento in tutta la sua estensione interna ed esterna) la riverberazione della complessità cosmica.
Sulla base del complesso repertorio delle cose che sono e che divengono nella molteplicità cosmica egli afferma che

Paul Klee, Vie allo studio della natura, in Confessione creatrice e altri scritti… p.26

l’artista di oggi è qualcosa di più di una perfezionata macchina fotografica, è più complesso, più ricco, più esteso. Egli creatura terrestre e insieme creatura nell’ambito del tutto – creatura vivente su un astro tra gli altri.
Un po’ alla volta tutto questo arriva a esprimersi e nell’interpretazione dell’oggetto naturale s’inserisce una tendenza alla totalità (…) per cui subito s’instaura una interpretazione più vasta dell’oggetto in sé.

La visione dell’artista: penetrazione e compenetrazione

Occorre pertanto non soffermarsi sull’apparenza del visibile. La visione dell’artista, secondo Klee, deve assumere un valore di penetrazione (entrare nell’oggetto, percepirlo in tutti i sensi, venire a  conoscenza della sua interiorità) e di compenetrazione (colui che entra nell’oggetto con la propria visione,
deve spingersi sino a compenetrarsi con esso oggetto). Così facendo

Paul Klee, Vie allo studio della natura, in Confessione creatrice e altri scritti… p.26

l’oggetto si dilata al di là del proprio fenomeno, dal momento che noi conosciamo il suo interno, e sappiamo che la cosa è più di ciò che la sua apparenza dà a vedere.

Per conoscere a fondo il «carattere dell’oggetto», l’artista deve dissecarlo, per rivelare alla sua indagine visiva «l’interno in sezioni».

Micro e macro accomunati per suggerire un altro universo

Non è forse nel seguire questo criterio che nel complesso tutta l’opera di Klee si presenta, agli occhi del fruitore, come la dissecazione del micro e macro accomunati in un ordine organizzato per suggerire un altro universo, perché recepito da una visione spintasi nel recondito e nell’intrinseco?
Abbiamo così che forme e colori di specificazione interagiscono con forme e colori variabili; un colore di provenienza da se stesso, può vivere in perfetta connivenza con un colore causato dall’unione con un altro colore, o separarsi da esso entrando in una mescolanza cromatica assumendo un tono di distanza, di allontanamento dal colore che gli vive in vicinanza; una forma può essere concepita in unione a un colore, e un colore può essere di compagnia a una forma;

Colori, forme, linee si limitano a se stessi o interagiscono in osmosi

colori, forme e linee possono limitarsi a se stessi, e/o agire in osmosi a un’atmosfera che li sconvolga, che li disorganizzi nell’intento di ri-organizzarli; un colore può essere o di convenienza o di disconvenienza a una forma; e una forma può essere incompatibile con un colore (come ad esempio l’applicazione del giallo nella rigida delimitazione geometrica di un quadrato, poiché

Rudolf Steiner, L’essenza dei colori… p.40

il giallo non parla quando è chiuso da contorni, perché il giallo non vuole essere limitato: esso vuole irradiare in ogni direzione.

Cogliere il micro e il macro nel profondo, trovare la vena che dall’interno li conduca entrambi, esternamente, ad apparire come appaiono alla nostra visione è ottenere che il loro interno manifesti il loro carattere, la loro complessione.

Gli elementi coabitano in piccolo spazio per un breve
viaggio nel regno di una migliore conoscenza

Se spesso, nelle opere pittoriche di Klee, sia l’uomo sia gli elementi organici e inorganici della natura (presi dalla sfera vegetale, minerale e animale, e dal sistema solare) coabitano in uno stesso limitato spazio, è perché si vuole restituire la molteplicità delle sensazioni vissute durante «un breve viaggio nel regno di una migliore conoscenza». Cosicché nel «disegnare un tracciato topografico» di tale viaggio, avremo, in sintesi

Paul Klee, Confessione creatrice e altri scritti… pp.14-15
Linea spezzata, movimento, arcate

superato il punto fermo, si ha la prima azione motoria (la linea). Dopo poco, una sosta, per riprender fiato (linea spezzata ovvero, se ci fermiamo più volte, linea articolata). Occhiata all’indietro, per vedere quanta strada abbiamo fatto (contromovimento). Si riflette sulla via da seguire (fascio di linee). Un fiume vorrebbe ostacolarci il cammino, e noi ci serviamo di una barca (movimento ondulatorio). Più a monte avremmo trovato un ponte (arcate).

Convergenza, espressione, dinamica e psiche della linea

Al di là del fiume troviamo uno che, come noi, vuol raggiungere il luogo di una miglior conoscenza. Dapprima siamo uniti dalla gioia (convergenza), ma un po’ alla volta si manifestano divergenze (due linee ad andamento autonomo). D’ambedue le parti, una certa
eccitazione (espressione, dinamica e psiche della linea).

Superficie percorsa da linee

Attraversiamo un campo non arato (superficie percorsa da linee), poi un fitto bosco. L’altro si smarrisce, cerca, e descrive perfino il classico tracciato del cane in corsa.

Elemento spaziale

Del tutto calmo non sono più neppure io: sopra un nuovo paesaggio fluviale, grava un banco di nebbia (elemento spaziale), che però dopo poco si dirada.

Ruota, spirale, zig-zag, punti

Dei canestrai tornano a casa sul loro carro (la ruota); con loro, un bimbo gaiamente riccioluto (movimento a spirale). Più tardi, l’aria si fa afosa e scende la notte (elemento spaziale). All’orizzonte, un lampo (linea a zigzag), ma sul nostro capo ancora qualche stella
(una seminata di punti).

Un viaggio del genere lascia molte impressioni

Ben presto siamo alla nostra prima tappa. Prima di addormentarci, parecchie cose riappariranno sotto forma di ricordi, ché un viaggetto del genere lascia molte impressioni.
Le linee più varie; macchie, puntini, superfici uniformi, superfici variolate e striate; movimento ondulatorio, movimento frenato e articolato; contromovimento; intreccio e trama; muri e squame; monodia e polifonia; linea che si perde e si rafforza (dinamica).
La serena uniformità del primo tratto, poi gli ostacoli, i nervi! Il tremito rattenuto, la carezza di augurali venticelli. Prima del temporale, l’assalto dei tafani! L’ira, la strage.

Ed è così che le sue composizioni rivelano, in sintesi, la visione di

Paul Klee, Visione e orientamento nell’ambito dei mezzi figurativi e loro assetto spaziale, in Confessione creatrice e altri scritti… p.34

un essere… gettato in un mondo proteiforme, in cui bene o male gli tocca raccapezzarsi.

La sua composizione (soprattutto quella dalle proiezioni pluridirezionali) è come se si rifacesse all’atto di comporre da parte di un universo alle sue origini.

L’atto di comporre dalle origini richiede lo sguardo dell’infanzia

Tale costruzione compositiva pretende una visione come regredita alla sua infanzia, non ancora cioè risucchiata definitivamente dalla piatta ordinarietà di una percezione visiva quotidianizzata, a indicare vie che conducano

Paul Klee, Vie allo studio della natura, in Confessione creatrice e altri scritti… p.27

alla umanizzazione dell’oggetto, vie che pongono l’io e l’oggetto in un rapporto di risonanza che trascende i fondamenti ottici.

Proiezioni pluridimensionali

Klee, in questo caso, si immerge nella rappresentazione delle proiezioni pluridimensionali. La mancanza del punto di fuga prospettico svolge il suo ruolo centrale.

Spazio senza punto di fuga, linea di terra, alto e basso

Lo spazio si colma di cose che non ci orientano verso nessuna direzione; la linea di terra è perduta: dov’è l’alto, dov’è il basso? Tutti gli elementi tra di loro si compongono come un mondo (un universo) ch’è all’inizio della sua organizzazione. Non v’è permanenza nello stato di quiete.
Da che cosa ha avuto origine questo spazio che non si chiarisce in nessuno spazio? da dove inizia e dove finisce?

Forme, linee e colori confluiscono in una sintesi di azioni

Forme, linee e colori confluiscono in
una sintesi di azioni, di librazioni, di rapidi o lenti spostamenti (a seconda della dimensione di ogni singolo elemento raffigurato). Da qui qualcosa si
allontana, da qualcosa si avvicina. L’orizzontalità e la verticalità si offrono alla turbolenza di ogni cosa che in superficie si fa sensibile e vibra stando su una superficie pluridimensionale. È forse qui rappresentato, in formato ridotto, ciò che avviene anche nel subcosciente?
Forse sì, forse no. Potremmo però considerare le proiezioni pluridimensionali un tentativo di organizzazione compositiva, il cui intento è quello di farci entrare tutti i suoi esperimenti:

Paul Klee, Visione e orientamento… pp.52-53

Ho fatto esperimenti di disegno puro come anche di pura pittura chiaroscurale; nel campo dei colori ho sperimentato tutte le operazioni parziali cui potevo sentirmi indotto orientandomi sul disco cromatico. Ho così elaborato vari tipi di pittura: chiaroscuro cromatico; colori complementari; più colori; la totalità dei colori.
Sempre in rapporto alle più inconsce dimensioni del quadro.

Esperimenti, sintesi, combinazioni per conservare la purezza dell’elemento

Ho poi tentato tutte le possibili sintesi di due tipi, combinando e ricombinando, sempre cercando però di conservare e curare la purezza dell’elemento. M’è capitato di sognare un’opera di vasto respiro che abbracci l’intero ambito degli elementi, dell’oggetto, del contenuto e dello stile.

Ma quando si lascia che il pensiero dell’artista si addensi, scendendo in profondità nel visibile, in un mondo remotissimo, invisibile all’occhio nudo, cosa accade? cosa accade se «egli contempla le cose, che la natura gli pone sotto gli occhi già formate, con sguardo penetrante»?
Accade che

Paul Klee, Visione e orientamento… pp.49-50

quanto più a fondo egli osserva, tanto più facilmente gli riesce di spostare il punto di vista dall’oggi allo ieri; tanto più gli si imprime nella mente, al posto di un’immagine naturale definita, l’unica, essenziale immagine della creazione come genesi.

L’artista prolunga quell’atto creativo del mondo dal passato al futuro

Egli allora si permette anche il pensiero che la creazione oggi non possa dirsi ancora conclusa, e con ciò prolunga quell’atto creativo del mondo dal passato al futuro, conferendo durata alla genesi.
E va ancora oltre.
Restando nell’al di qua, si dice: il mondo ha avuto aspetti diversi, e aspetti diversi il mondo avrà.
Rivolto all’al di là, invece pensa: su altri astri può essere che si diano altre forme, del tutto diverse.

Libertà di sviluppare la creazione lungo proprie vie

Questa mobilità lungo le vie naturali della creazione è un’ottima scuola formativa: essa muove fin dal fondo l’artista che, messo così egli stesso in movimento, potrà provvedere alla libertà dello sviluppo lungo le proprie vie di creazione.
Stando così le cose, è ammissibile che egli ritenga lo stadio presente del mondo fenomenico che lo riguarda direttamente come casualmente bloccato, temporalmente e spazialmente bloccato. Come eccessivamente limitato, in contrasto con la profondità della sua visione e la mobilità del suo sentire.

Basta un’occhiata al microscopio per scoprire immagini fantastiche e bizzarre

E non è forse vero che basta un’occhiata nell’oculare del microscopio per scoprire immagini che tutti noi definiremmo fantastiche e bizzarre se, senza capire lo scherzo, ci capitasse di vederle altrove?
Eppure, imbattendosi in una riproduzione del genere, su una rivista a larga diffusione, il signor X strillerebbe indignato: e queste sarebbero forme naturali? Io lo chiamo cattivo artigianato!

fabio d'ambrosio editore
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